Manca poco. Ancora poche settimane e poi decine di migliaia di giovani, in tutto il Paese, torneranno a scuola. Pronti a spalancare le finestre sul mondo. In un mondo che cambia, nel quale occorrono strumenti e linguaggi diversi per comprenderlo e riconoscerne le trasformazioni, ma anche visioni per anticipare il futuro che già bussa alle porte, anche gli stessi istituti devono adeguarsi alle sfide della contemporaneità.
A tali istituzioni civili, infatti, è richiesto di intervenire non solo su una didattica attrattiva e interattiva in grado di declinare efficacemente e pluralmente la sfera della complessità socio-culturale o temi particolarmente delicati quali i cambiamenti climatici e la conversione ecologica dell’economia, ma anche sulla loro estetica rigenerativa capace di accogliere le dimensioni della sicurezza antisismica, della manutenzione statica e dell’efficientamento energetico.
Le prime agenzie educative del Paese, del resto, non sono luoghi banali o come altri. Sono e sempre più stanno diventando vere e proprie “case della formazione”, vissute anche oltre l’orario extrascolastico (spesso anche da semplici cittadini per le attività ricreative promosse), nelle quali i fruitori assaporano il gusto della scoperta e sperimentano il gesto della creatività, nelle quali piantano i semi dell’immaginazione per raccogliere i frutti dell’innovazione.
Le strutture più all’avanguardia, quindi, sono quelle che, realizzate o ristrutturate attraverso l’impiego di materiali sostenibili come il legno (da solo o insieme ad altri, a livello strutturale come a livello “ornamentale”) o riciclabili (per esempio, per allestire atossici sistemi di isolamento termo-igrometrico), rivelano la strategicità della relazione tra natura e architettura. Per un apprendimento, confermato da una molteplicità di studi di stampo psico-somatico, più rigoroso e più performante.
Oltre che nel resto d’Europa e del mondo, anche nel nostro Paese, da alcuni anni e per il merito dell’iniziativa governativa #scuoleinnovative, i poli dell’istruzione, primaria e secondaria, iniziano ad essere costruiti o rigenerati nei dettami dell’architettura bioclimatica, anche attraverso la valorizzazione delle nuove tecnologie digitali. Vediamo, pertanto, alcuni esempi.
Asilo nido a Guidonia Montecelio (Roma). L’intervento, progettato da Donatella Petricca e Massimiliano Muscio con l’idea di avere una struttura energeticamente “passiva”, come si può leggere nella scheda descrittiva del nuovo istituto, prevede “un asilo articolato in tre volumi, ognuno dei quali caratterizzato da una precisa funzione. Gli elementi costruttivi principali (struttura portante verticale e solai di copertura) sono stati realizzati in pannelli di legno multistrato a strati incrociati Xlam che forniscono un ottimo livello di isolamento termo/acustico e anti-sismico”. La buona tenuta dell’involucro, conseguentemente, ha consentito ai progettisti di prevedere la minima dotazione impiantistica necessaria a garantire sia in estate sia in inverno le migliori condizioni di comfort. Nello specifico, quindi, oltre all’impianto fotovoltaico e al solare termico posti sulla copertura, è stata installata una pompa di calore e un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore. Per la realizzazione di quest’architettura eco-compatibile, inoltre, fondamentale è stato il contributo di Albertani Corporates: non solo per aver messo a disposizione la quantità di legno necessario, ma anche per aver curato in cantiere il montaggio degli elementi costruttivi per un’opera dalla grande e riconosciuta qualità ecologica.
Scuola superiore “Hannah Arendt” (Bolzano). Una delle scuole ipogee più moderne del mondo. L’istituto, ampliato nel 2013 in ragione dell’esigenza di dotarlo di undici nuove aule e quattro laboratori, si trova, infatti, nel centro storico della cittadina e in un complesso architettonico sottoposto a tutela. Eppure, per l’elevata qualità progettuale prodotta attraverso soluzioni funzionali eco-compatibili, dai fruitori non sono percepiti i quattro problemi principali dati dal “vivere sottoterra”: luce, senso di claustrofobia, ventilazione e umidità.
Polo didattico “Romolo Capranica” ad Amatrice. In uno dei comuni più colpiti dal sisma del 2016, su impulso della Ferrari, a settembre sarà pronto il nuovo innovativo campus da 12mila metri quadrati, per oltre 300 persone, innestato nel panorama dei Monti della Laga. Il Polo ospiterà il Liceo scientifico sportivo internazionale, la Scuola secondaria di primo grado e la Scuola primaria, ma anche il Convitto, la palestra e la materna con annessa ludoteca. Realizzato nel rispetto delle più evolute pratiche bioclimatiche e mediante l’impiego del legno, si propone di rappresentare un modello virtuoso per la ricostruzione di strutture pubbliche destinate all’istruzione danneggiate da fenomeni ambientali traumatici come i terremoti.
Scuola elementare e scuola media a Milano. Sono in corso di realizzazione, nel capoluogo lombardo (in via Brocchi e in Via Strozzi), due complessi scolastici polifunzionali ed ecofriendly progettati interamente in legno secondo i parametri più spinti dell’architettura bioclimatica. Qui trovano posto una palestra, una mensa, una biblioteca e un auditorium. La scelta del materiale naturale deriva, dunque, dalla volontà di tenere insieme la componente tecnica con quella civica-pragmatica. Con la sintesi resa possibile, secondo i progettisti incaricati, dall’impiego del Bim, fin dalla fase preliminare, che ha permesso a una platea di professionisti diversi e agenti in ambiti complementari di cooperare sinergicamente per il successo della sperimentazione. I due edifici – soprattutto quello che sorgerà in Via Brocchi e che sarà costruito da Albertani Corporates – presentano una geometria che si inserisce organicamente e armonicamente nel contesto attraverso aree verdi, orti, giardini pensili, aree dedicate alle attività ludiche o sportive all’aperto. Particolare attenzione, inoltre, è stata rivolta all’illuminazione e alla ventilazione naturale per una più alta qualità indoor ad impatto quasi nullo. Durante la fase di progettazione, infine, la forma dei fabbricati e il disegno delle superfici opache o vetrate è stato studiato per incrementare lo sfruttamento passivo della risorsa solare, come dimostrano i frangisole in legno o a lamelle che proteggono l’edificio dal surriscaldamento.